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giovedì 30 aprile 2015

CALCIO E MUSICA


We're all part of the masterplan: gli Oasis e il Manchester City




Nel 1994 il calcio fa irruzione nel britpop. Damon Albarn si scopre improvvisamente tifoso del Chelsea, inizialmente grazie ad alcuni conoscenti abituali frequentatori di Stamford Bridge, e decide di recitare la parte del proletario dell'Essex: corse dei cani, tute di Sergio Tacchini e accento cockney. La svolta, non troppo genuina, non convince fino in fondo la compagna di Albarn, nonché cantante degli Elastica, Justine Frischmann, infastidita dai reiterati insulti razzisti di un tifoso del Chelsea durante uno 0-0 col Tottenham, e nemmeno il bassista dei Blur, Alex James: It's a big gay bar, football, isn't it?

“È vero, Giggs ha chiesto dei biglietti omaggio per il concerto. Penso che abbia chiamato il nostro ufficio. In nessun modo riuscirà mai a ottenerli. Ha segnato al City al suo esordio" (Noel Gallagher, maggio 1998)

Più genuini, nella loro passione calcistica, appaiono gli Oasis, che quell'anno rilasciano la loro prima intervista alla rivista Loaded (“For men who should know better”) e per l'occasione si fanno fotografare, ovviamente, nel parcheggio di Maine Road, allora lo stadio del Manchester City. Non hanno bisogno, i fratelli Gallagher, di inventarsi un passato da tifosi o un'esistenza proletaria: nati a Manchester da una famiglia di origini irlandesi in cui tutti tifano United (“devono essere in seimila”), Noel e Liam seguono però il padre nella scelta controcorrente per il City, probabilmente dovuta all'odio per i fratelli. In fondo sono pur sempre nati a mezzora di cammino dallo stadio, e, quando traslocano a Burnage, Noel può vedere dalla finestra della sua camera i riflettori dell'impianto mentre ascolta Radio Piccadillyinterrompere la musica e dare notizia dei gol realizzati (It's a goal!) o subiti (Oh no!) dai blues.

"Balotelli mi piace, è un personaggio, ma deve mettere la testa a posto. Il mondo è pieno di Gary Neville del cazzo ed è una noia, no? Meglio Balotelli di Gary Neville, sembra un agente immobiliare" (Liam Gallagher)

Liam, di cinque anni più giovane, deve la sua fede anche a un insegnante delle elmentari, tale Mr Walsh, che porta gli alunni più meritevoli a vedere Joe Corrigan parare: il discepolo deve avere superato il maestro, se è vero, come sostiene Tony McCarroll, ex batterista degli Oasis, che il buon Liam ha danneggiato diverse auto di giocatori dello United nei primi anni '90, portandosi via una portiera della vettura di Eric Cantona. 

“Sembra lo stemma della Lazio con quell'aquila. Il vecchio logo aveva una nave sul Canale di Manchester e la rosa del Lancashire. Quando è stata l'ultima volta che avete visto un'aquila a Manchester?” (Noel Gallagher sul nuovo stemma, 1998)

Le prime partite viste risalgono ai primi anni '70, quando il padre lascia il giovane Noel nella Kippaxassieme agli altri bambini per andare a bere al bar. È ancora un Manchester City vincente in Inghilterra e in Europa, come non lo sarà più negli anni a venire, quando i fratelli Gallagher, con amicizie varie tra gli hooligans di Maine Line Crew, Young Guvnors e Under-5s, vanno a Maine Road 'religiosamente' ogni sabato, tra banane gonfiabili e risultati scadenti: papà ha lasciato la famiglia, ma andare allo stadio all'epoca costa poco e, da disoccupati, non c'è molto altro da fare. Nella stagione 1983-84, dopo la retrocessione arrivata con la sconfitta con il Luton all'ultima giornata, sono presenti a tutte le partite, anche a quelle in trasferta.

“Negli anni Ottanta odiavo il Manchester United con passione. Ma invecchiando addolcisci. Odiavo Mark Hughes ed Eric Cantona, ma Paul Scholes? È come Ashley di Coronation Street” (Noel Gallagher)


Accade così, senza che sia mai stato pianificato a tavolino, che quando gli Oasis iniziano a far parlare di sé, la band e la squadra si incontrino, si facciano pubblicità l'un l'altra, diventino quasi la stessa cosa, almeno per gli osservatori più lontani. Prima dei libri di Colin Shindler, prima di Jimmy Grimble, e con una risonanza mediatica sicuramente superiore, c'erano gli Oasis, capaci di far arrivare la squadra dei Kinkladze e dei Berkovic là dove il buon senso calcistico avrebbe voluto solo lo United: capitava così che, quando MTV si occupava ancora di musica, un ragazzo brasiliano potesse decidere di tifare il Manchester City di Paul Bosvelt e Sun Jihai, senza magari averlo mai visto in azione, nemmeno in televisione.

“Siamo andati alla prima partita di Kinkladze e siamo andati via pensando 'beh, adesso o vinciamo la Coppa dei Campioni o in cinque anni saremo in Fourth Division', cosa che è quasi successa” (Noel Gallagher)

A volte basta una foto: Kevin Cummins, storico fotografo del New Musical Express e a sua volta tifoso del Manchester City, immortala ai primi di maggio del '94 i due fratelli con la prima e la terza maglia di quella stagione, con il vecchio stemma del club e lo sponsor Brother ben in vista. Supersonic, il primo singolo del gruppo, è uscito da appena un mese: nelle settimane successive il club è inondato di richieste dal Giappone, dove la maglia del Manchester City, arrivato quattordicesimo in Premier League, con appena tre punti di vantaggio sulla zona retrocessione, va a ruba. Una fortuna che dura ancora oggi: a sentire i titolari di Classic Football Shirts, tra le maglie storiche del City quella del 93-95 è ancora oggi la più venduta assieme a quella indossata nella storica finale playoff di Wembley del '99. Anche la Brother Industries ringrazia: qualche fan, attribuendo chissà quale significato al nome dell'azienda giapponese che produce calcolatrici e macchine da cucire, porta ai concerti uno striscione con la gigantesca scritta Brother.

"La differenza tra i tifosi del Manchester City e quelli del Manchester United? Noi siamo molto più eleganti. Loro portano ancora le Adidas Samba e la camicia infilata nei pantaloni" (Liam Gallagher)

Quando Some Might Say arriva al numero uno nella classifica dei singoli, è niente meno che il presidente del Manchester City, Francis Lee, a complimentarsi con un fax. Congratulazioni difficili da restituire, dal momento che più la band va bene, più la squadra affonda: quando il 27 e 28 aprile 1996gli Oasis tornano a Maine Road da profeti in patria per due storici concerti, i fratelli Gallagher sono abbastanza celebri da dover prendere sul serio la criminalità locale, che minaccia di rapire Liam. Una settimana dopo, su quello stesso campo, un pareggio con il Liverpool costa al City la retrocessione, una discesa che proseguirà due anni più tardi con l'imbarazzante caduta nella terza serie inglese.

Venerdì, 14 agosto 1998 – Fulham-Manchester City 3-0
"Noel Gallagher degli Oasis ha guardato la partita da un'executive box, ma gli è stata confiscato il suo drink quando ha cominciato a urlare insulti ai tifosi di casa" (da Mark Hodkinson, Down Among the Dead Men with Manchester City)



Per vedere la loro squadra tornare a vincere, gli Oasis dovranno sciogliersi. Nel frattempo, però, hanno avuto l'onore di sfilare davanti ai tifosi in occasione di diverse partite, vedersi intitolare unaOasis Hospitality Suite a Maine Road, cenare con vecchie glorie come Mike Summerbee; in tempi più recenti, Garry Cook ha svelato, durante un pranzo, gli obiettivi di mercato, scritti su un tovagliolo, a Noel Gallagher, che ha anche avuto l'onore di intervistare Mario Balotelli, facendogli confessare di non aver mai sentito parlare di Joy Division, The Smiths o Stone Roses. O del Manchester City stesso, prima di finirci a giocare. 



Se avessi pensato che sciogliere gli Oasis avrebbe significato che il Ciy avrebbe vinto il campionato lo avrei fatto quindici anni fa. Una volta guadagnati 20 milioni di dollari me ne sarei andato" (Noel Gallagher)

Un matrimonio in piena regola, tanto che al gruppo viene anche chiesto, a un certo punto, di chiudere il cerchio e investire nel club: c'è un incontro con la proprietà, ma non se ne fa nulla (“carini a chiedere, ma non voglio i tifosi davanti a casa mia quando il City è in Third Division e tutti danno la colpa a me”). Mai è stata scritta una canzone appositamente per la squadra: una volta, su richiesta, ci hanno anche provato, ma poi è venuta fuori Acquisce ed era troppo bella per regalarla al City.

“Non mi piacciono le canzoni sul calcio: potrei scrivere la musica, ma i testi sul calcio sono sempre un po' idioti”. (Noel Gallagher)

Gli Oasis hanno comunque avuto la soddisfazione di vedere gli ex compagni di gradinate appropriarsi delle loro canzoni: Wonderwall, anche con i dovuti aggiustamenti per omaggiare Kinkadze o Uwe Rosler, è sicuramente la più proposta allo stadio e la più cantata, ma non mancano striscioni ispirati aSome Might Say (“Some might say, we will find a brighter day”), mentre Roll With It, sconfitta ai tempi della battaglia del britpop da Country House dei Blur, ha avuto l'onore di risuonare a Wembley prima della finale di Fa Cup del 2011.

I said maybe / you’re gonna be the one that saves me / and after all / you’re my Alan Ball



Non molte, ma significative, le citazioni a tema City nell'opera degli Oasis: non è difficile notare la foto di un giocatore in maglia azzurra appoggiata al caminetto nella copertina di Definitely Maybe: si tratta di Rodney Marsh, nel 1972 acquistato dal Manchester City per 200000 sterline, allora cifra record per il club. Il video di The Masterplan, ispirato alle opere di L.S. Lowry, pittore noto per le scene di vita dell'Inghilterra industriale e tifoso del City, spiega ancora meglio il rapporto tra il gruppo e la squadra: i membri del gruppo camminano per le vie di Manchester e passano anche davanti a Maine Road, dove si sta giocando Manchester City-Newcastle, ovvero la prima partita di cui Noel abbia ricordo. La partita, risalente al gennaio 1975, è poi finita 5-1 per i padroni di casa, ma l'unico gol che la futura rockstar è riuscita a vedere, a causa della statura, è quello degli ospiti.

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